DIECI: BEST S.R.L.

14/05/2024

Bentornati su 'Dieci', una piccola intervista di dieci domande poste a calciatori, allenatori e dirigenti delle squadre, per scoprire qualche curiosità in più su di loro. Oggi con noi Jacopo Aloe, portiere e veterano di Best, dove gioca dal 2018. Best S.r.l. è una squadra che partecipa a Serie I da 7 anni, ha sempre fatto bene, riuscendo a conquistare anche qualche finale ma senza mai arrivare alla gioia della vittoria. Andiamo a scoprire qualcosa in più su di loro.

A cura di Leonardo Marzorati - Benvenuto Jacopo, volevo partire subito con una domanda sulla vostra azienda, di che cosa si occupa Best S.r.l.?

J: Best è un'azienda nata nel 1984, 40 anni fa, si occupa di logistica e trasporti, operiamo principalmente in Sardegna e in Lombardia ma arriviamo a coprire tutto il suolo italiano ed europeo.

L: Complimenti per l'anniversario, parliamo del torneo, come nasce l'idea di fare una squadra di calcio?

J: L'idea nasce da Gaetano Dasara, il nostro presidente, mi ha chiamato e mi ha chiesto di creare una squadra in azienda per fare aggregazione, per creare contatti, per trovare un modo di vederci anche al di fuori del contesto lavorativo e poi per giocare a calcio che è una passione che ci ha sempre accomunato. 
Il torneo è veramente organizzato benissimo, è per questo che confermiamo sempre l'iscrizione.

L: Grazie del complimento, ho visto che siete sempre li per vincere ogni anno ma poi non riuscite a fare l'ultimo passo, cosa pensi vi manchi?

J: Le partite me le ricordo tutte come se fosse ieri, perchè abbiamo perso certe semi-finali e finali in maniera veramente scandalosa. E' successo davvero di tutto: pali, traverse, rigori sbagliati ed espulsioni... forse ci è mancata un pò di fortuna. Le squadre avversarie sono forti, ma penso che almeno una volta ci saremmo meritati di vincere.

L: Dal primo anno ad ora, dove pensi siate migliorati di più?

J: Siamo migliorati sulla serietà e sull'attaccamento, dal primo anno bene o male siamo sempre gli stessi... noto che ci presentiamo sempre in 8/9 persone, magari qualcuno viene anche solo per giocare 10 minuti, ma viene comunque. Buttare una serata per giocare a malapena un quarto d'ora vuol dire attaccamento. 
Rispetto ai primi anni dove ci presentavamo in meno, ogni tanto qualcuno diceva di venire poi all'ultimo saltava, penso che sia l'aspetto dove siamo migliorati di più.

L: Visto che i tuoi compagni sono sempre gli stessi bene o male, ti va di dirmi chi sono le pedine fondamentali?

J: Tra i più importanti sicuramente c'è Davide Careri, giocava prima al Gorla, poi Marco Italiano... altri nomi sicuramente Paolo Franchina, Grillo Emanuele.
Non posso non citarti Davide Cei, perchè c'è dalla prima edizione, è una bandiera.

L: Invece per curiostà, avete qualche rito scaramantico? Che sia in azienda o in campo?  

J: No, però, ogni volta che giochiamo una partita senza la nostra maglia verde, quindi una secondaria perdiamo... ricordo una semifinale o finale giocata con una maglietta diversa, sconfitta che brucia ancora. E' una maglia bianco nera che per giocare le finali diciamo non è il massimo... diciamo che non siamo scaramantici ma sta maglietta non possiamo più vederla (ride n.d.r.).

L: Mi descrivi la tua squadra con un aggettivo positivo e uno negativo?

J: Allora, come positivo è che siamo spavaldi, sappiamo quanto valiamo... negativo che ogni tanto siamo poco cattivi sotto porta, facciamo 15 tiri senza segnare, poi ne prendiamo uno e fanno gol... su questo dobbiamo migliorare perchè rischiamo di perdere.

L: Ti va di mandare un messaggio a chi leggerà la tua intervista?

J: Assolutamente, sappiate che quest'anno ci siamo, secondo me possiamo vincere... quindi attenti!

L: Se dovessi associare Best ad una squadra di calcio professionistico?

J: La Juve, senza dubbio... abbiamo perso troppe partite decisive... io sono juventino, penso di essere maledetto.

L: Invece il giocatore che ti ha fatto innamorare di questo sport?

J: Per il ruolo che faccio e per la squadra che tifo ti dico Gigi Buffon. Ma il primo e vero che mi ha insegnato i segreti del mio ruolo è Paolo Franchina, mio allenatore ai tempi e ora collega.